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Relazione terapista-paziente: oltre la patologia

La relazione terapista – paziente è un processo complesso che comprende qualità umane e professionali; si tratta di un rapporto emotivamente asimmetrico in cui la parte più vulnerabile è il paziente, le cui preoccupazioni e fragilità si rivolgono al terapista, rispetto al quale nutre particolari aspettative.


Relazione contrattuale implicita in cui entrambi i membri hanno aspettative reciproche che li legano in una sorta di contratto e la cui violazione si può tradurre nella perdita della fiducia.

Spina dorsale del professionista sanitario è vivere la patologia sia come fenomeno vitale sia come esperienza razionale.

Per questo è necessario:

Cosa significa relazionarsi con i bambini?

Nell’immaginario collettivo lavorare con i bambini è la realtà più semplice, quella che impegna di meno, ma non è affatto così, o per lo meno, a me risulta più facile interagire con le persone più grandi.

Questo però non condiziona la mia volontà nell’aiutare i bimbetti, che spesso sono proprio loro a regalare le gratificazioni maggiori: riuscire ad “agganciarli” fin da subito, per poter entrare nel loro mondo e accedere alle loro emozioni, alle loro paure e ai loro problemi; riuscire a cogliere i messaggi di quella comunicazione non-verbale fatta di sguardi, smorfie e sorridi.


Compito mio è assicurare tranquillità, improntando terapia e sedute con quella serenità e ispirazione da farli evadere dal canonico setting riabilitativo

Che cosa è davvero determinante in una relazione di aiuto?

Laín, celebre studioso di antropologia medica, identifica la struttura della relazione come una combinazione equilibrata degli atti oggettivi ed empatici necessari alla cura e all’accompagnamento del paziente durante il processo di malattia

Il professionista deve sempre cercare di cogliere il significato che la malattia ha per la persona, considerando che ci sono delle peculiarità a seconda del modo di ammalarsi, sia che ci troviamo di fronte ad una malattia prevalentemente somatica o ad una prevalentemente psichica


Seguendo lo stesso Laín, la relazione clinica comprende cinque momenti principali: