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APPROCCI E TECNICHE PER AFFRONTARE LA DIFFICOLTÀ
“Molto spesso mentre parlo mi capita di incepparmi e di ripetere o prolungare alcuni suoni; la situazione poi peggiora ulteriormente quando entra in gioco l’agitazione. Cosa posso fare?”
La BALBUZIE è un disturbo della fluenza verbale, ovvero caratterizzato da involontari prolungamenti/ripetizioni di suoni/sillabe e da frequenti blocchi/pause.
Questa disfluenza colpisce circa l’1% della popolazione.
Le cause che possano determinare una balbuzie sono tuttora indefinite e discusse.
Si passa dalle teorie psicologiche, che considerano la balbuzie come un disturbo di natura emotiva, alle ipotesi multifattoriali che non identificano in un singolo fattore la causa delle balbuzie.
Ad oggi i modelli più accreditati identificano nell’insorgenza del disturbo il confluire di diversi fattori: fisiologici, linguistici, psicologici, sociali e ambientali.
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Molto significativa la “metafora dell’iceberg”, secondo la quale i comportamenti visibili della balbuzie, ovvero le manifestazioni verbali, rappresenterebbero solo la punta superficiale di un iceberg molto profondo, la cui parte sommersa e non visibile comprenderebbe tutti quei sentimenti di scarsa accettazione di sé, paura, ansia, inadeguatezza, rabbia…
Tutto ciò può portare a pensare di dover rinunciare a molte cose, ad esempio alla professione che vorrebbe svolgere o ad avere una vita sociale soddisfacente.
Non si deve assolutamente pensare che questo ostacolo, con una buona dose di impegno, non possa essere superato.
E’ necessario creare nuove abitudini linguistiche e ridare alla persona la percezione di un nuovo potere sul proprio parlato.
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Il trattamento si pone l’obiettivo di ripristinare un equilibrio consapevole dei movimenti sulla pianificazione e produzione del suono, in modo da armonizzare i comandi motori in uscita e le informazioni percettive in entrata.
Fondamentale è il miglioramento della capacità di monitorare il feedback, ovvero una maggiore propriocezione di come il suono viene prodotto, attraverso il controllo e la coordinazione di tutte le parti coinvolte nell’articolazione del linguaggio.
La rieducazione prevede:
- esercizi di controllo della fluenza
- esercizi di co-programmazione motoria/linguistica
- impostazione della coordinazione pneumo-fono-articolatoria
- rilassamento muscolare generale e specifico
- strumenti per allenare la produzione scandita e regolare dell’eloquio (metronomo, DAF, ecc…)
- software informatici che permettono di regolare velocità e ritmo del parlato
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Ho compreso che, per la balbuzie, non esiste nessun guru, né una bacchetta magica: la buona ricerca scientifica, costante e accurata, produce i risultati migliori.
La metodica, creata e sperimentata in prima persona presso il “Centro de Foniatria y Logopedia” di Santander, mira a modulare e modellare la fluenza verbale utilizzando, tra i vari strumenti, il doppiaggio.
L’attività di doppiaggio (film o cartoni animati) viene messa al servizio dell’allenamento e delle prove che ricercano un linguaggio fluente, attraverso software semplici e immediati.
I vincoli del tempo in cui dire la “battuta”, la necessità di articolare con determinati ritmi, il bisogno di adeguarsi al parlante che si va a doppiare, il coinvolgimento che nasce, costituiscono i principi su cui si fonda l’efficacia del metodo.
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La postura, la respirazione, la lettura, il ruolo da interpretare, di volta in volta, il percorso psicologico interiore, per giungere alla identificazione con il proprio personaggio, determinano un linguaggio nuovo: la balbuzie viene dimenticata, abbandonata, per dare spazio ad una notevole fluidità verbale.
Curare la balbuzie è un percorso: bisogna risincronizzare le parole, affinché eloquio e pensiero fluiscano.
La terapia deve sfruttare l’energia che spesso nasce dalla frustrazione.
Questo trattamento può elaborare questi vissuti, per ristabilire la corretta gestione del proprio linguaggio e liberare il proprio parlato dai limiti della balbuzie.