La voce subisce innumerevoli modifiche durante il corso della vita; tuttavia, durante la pubertà c’è un cambiamento più evidente, chiamato “muta vocale“. Questo periodo è caratterizzato da modifiche acustiche e instabilità vocali che si verificano sia negli uomini che nelle donne, come riduzione della frequenza fondamentale, diplofonia e ruvidità nel suono.
Per muta paradossa, o incompleta, si intende il mantenimento da parte della voce, nell’adolescente o nell’adulto, delle qualità percettive tipiche dell’infanzia, nonostante si sia completata la maturazione organica dell’organo vocale. Il paradosso sta proprio in questo: una voce da bambino nel corpo di un adulto, rappresentando un sintomo di disagio nella sfera emotivo – relazionale.
Nel genere maschile la puberfonia può configurarsi come fenomeno di adattamento: i cambiamenti strutturali della laringe in età puberale causano insicurezza vocale, la cui manifestazione primaria è l’instabilità di registro; a tale problematica il soggetto può compensare con il sollevamento posturale del piano glottico, producendo così un’adduzione cordale meno precaria. Si ottiene così una voce più acuta e schiarita timbricamente, lontana da quella adulta, ma abbastanza simile alla voce dell’infanzia.
Questo atteggiamento vocale può stabilizzarsi come abitudine fonatoria, in modo del tutto inconsapevole.
Non dimentichiamoci mai che la voce è un’espressione individuale e unica, che riflette il modo in cui l’individuo si sente affettivamente ed emotivamente, costituendo un doppio prodotto: laringe e personalità. Questo prezioso strumento ci fornisce un’identità vocale vocale e comunicativa e questo periodo della muta vocale porta ad una nuova immagine personale.
Cosa accade alla voce durante la pubertà?
Prima dell’inizio della pubertà, la laringe nei maschi e nelle femmine ha la stessa dimensione ed entrambi producono la stessa tonalità di voce (circa 265 Hz).
La laringe, così come tutto il corpo, soffre profondamente dei cambiamenti derivanti dall’influenza delle ghiandole. Quando si verificano questi cambiamenti, da un punto di vista funzionale è necessario adeguarsi alle nuove condizioni anatomiche che si traducono in un abbassamento della frequenza fondamentale.
La voce diventa più rauca, debole e instabile, con varie fluttuazioni e bitonalità, ma tendente a frequenze più basse (Anelli, 1999; Behlau et al., 2001a; Fuchs et al., 2005; Marino, 1999; Santos et al., 2007).
Per l’adolescente maschio la fase di adattamento al cambiamento è più lenta e più complessa.
La stabilizzazione della muta vocale può durare da 3 mesi a 10 mesi nella voce parlata, mentre per la voce cantata si potrebbe superare l’anno.
Durante la fase della muta non bisogna abbandonare il canto, bensì è necessario adattarlo.
Come cambia l’organo vocale durante la pubertà?
Il momento della muta vocale rappresenta una fase caratterizzata da modificazioni anatomiche:
- aumento della lunghezza del collo
- abbassamento della laringe
- sviluppo dell’epiglottide e della ghiandola tiroide
- ingrossamento del torace, della trachea e dei polmoni
- crescita delle cavità di risonanza
Nei maschi la laringe subisce un pronunciato aumento delle sue dimensioni e, di conseguenza, la voce si abbassa un’ottava, configurandosi come la normale voce adulta. Nelle femmine, questo aumento è meno significativo e la voce scende di tre toni. Questo cambiamento avviene nei maschi intorno ai 13-15 anni, mentre nelle femmine si verifica intorno ai 12-14 anni.
La dimensione antero-posteriore della laringe maschile può essere fino al 20% più grande di quella femminile (Titze, 1989). L’angolo della tiroide aumenta nei ragazzi e la prominenza tiroidea si sviluppa con un corrispondente aumento in lunghezza delle corde vocali: durante il periodo di muta l’accrescimento è maggiore nei ragazzi, in cui la lunghezza raggiunge i 18 mm, rispetto ai 12 mm nelle ragazze (Greene, 1989; Marine, 1999).
Quali sono le principali manifestazioni della muta paradossa?
- frequenza fondamentale della voce più acuta di quella corrispondente all’età e al sesso
- bitonalità, ovvero presenza alternata di altezze tonali alte e basse
- incoordinazione respirazione-voce
- limitazione nell’efficienza vocale
- affaticamento vocale
- tensioni muscolari a livello cervicale o del collo, generate dallo sforzo per trattenere la laringe in posizione alta
Quali sono le cause? Quali sentimenti si possono associare a questo periodo?
Questa fase è descritta come un periodo ricco di squilibri.
Lo studio di Damasceno et al. riferisce che i neo-adolescenti si sentono a disagio in questo palcoscenico e che il cambiamento di voce può rappresentare un fattore negativo in interazione con gli interlocutori.
Oltre alle modifiche fisiologiche, questa fase è caratterizzata da conflitti emotivi che possono contribuire alla nascita o al mantenimento di questo tipo di disfonia.
Le cause sono molteplici ma generalmente sono difficoltà di adattamento muscolare, ambientale o psicosociale.
Tra i fattori psicosociali più spesso citati vi sono:
– mancata identificazione con il genere maschile
– non accettazione del mondo”degli adulti”
– paura delle autonomie e delle responsabilità
– non assimilazione delle nuove peculiarità sessuali
I ragazzi con questi problemi spesso sono figli di genitori con personalità dominante: madri troppo esigenti, perfezioniste o iperprotettive possono far emergere difficoltà o timori nei loro figli.
Tutto questo ci spiega i motivi per cui un importante aspetto che presiede la crescita dei bambini è costituito dalle forti pressioni perché egli aderisca e soddisfi certe aspettative da parte dei genitori. Egli dovrà dimostrare di saper socializzare, di eccellere a scuola, di sapersela cavare, di avere valori adeguati, di avere tanti amici, di sapere legare con l’altro sesso. Il dispiacere più grande che un genitore vorrebbe evitare è quello di avere un figlio imbranato.
L’umiliazione ha degli effetti molto più deleteri della colpa, perché mina le basi stesse di un buon funzionamento psichico (Campisi).
Come si tratta il disturbo?
La valutazione della muta vocale dovrebbe essere effettuata da un team interdisciplinare (foniatra/logopedista vocologo/psicologo) in grado di oggettivare l’anatomia e la funzionalità delle corde vocali, eseguendo un’analisi completa del sistema vocale. Anche se si tratta di un disturbo poco frequente, tutte le figure coinvolte nella crescita dell’individuo dovrebbero essere “educate” all’identificazione dell’eventuale problema.
Il trattamento si apre con un training di discriminazione uditiva delle diverse qualità vocali e dei differenti meccanismi laringei.
Una volta interiorizzati questi aspetti percettivi, il lavoro si sposta sulla propriocezione e sull’ascolto muscolare/posturale dell’organo vocale.
A questo punto il paziente ha acquisito importanti consapevolezze fonatorie, tali da consentire, attraverso esercizi specifici, la scoperta e la conseguente approvazione della propria voce.
Pertanto gli esercizi utilizzati hanno lo scopo di:
- disabilitare l’adattamento funzionale e posturale generato erroneamente
- promuovere una condizione muscolare in grado di escludere l’insorgenza di affaticamento, sforzo o tensione
- eliminare irregolarità e bitonalità sonore
- creare uno schema fonatorio idoneo
- consolidare l’emissione vocale nel registro modale
Tuttavia, un interdisciplinare approccio è necessario, in considerazione del fatto che le cause di tale situazione sono prevalentemente emotive: spesso i ragazzi, anche se apparentemente sembrano voler acquisire una voce adulta, mostrano un conflitto relativo all’aderenza al trattamento. La procedura più appropriata in queste situazioni è quello di indirizzare il paziente alla psicoterapia, poiché la voce “vera” è stata finalmente ascoltata ma non ancora accolta,riconosciuta e accettata.